“Fumo e vetro: l’arte del caos congelato”
Quando l’acqua sale, la città si specchia nella propria fine.
In NewYork 2050, la città simbolo del progresso galleggia su un futuro allagato. Le acque hanno invaso le strade, trasformando l’asfalto in specchi silenziosi, dove i grattacieli si riflettono come monumenti a un’umanità che ha perso il controllo.
Il cambiamento climatico non è più un’ipotesi, ma un’estetica urbana: taxi fermi come reliquie, luci soffuse, architetture che sfidano il cielo e il tempo. Tutto parla di resistenza e abbandono, di bellezza rimasta in piedi mentre il mondo muta pelle.
Questa collezione racconta una metropoli che non è più viva, ma non è ancora morta.
Un equilibrio fragile tra il ricordo e l’adattamento, dove il futuro si manifesta non come fantascienza, ma come conseguenza.
NewYork 2050 è uno specchio distorto, un’allucinazione lucida, un monito. E forse, anche una preghiera muta per ciò che potrebbe ancora salvarsi.
The ArchiText. Visionario urbano che unisce rigore tecnico e poesia onirica. Le sue opere evocano architetture future e inquietanti, trasformando linee e prospettive in linguaggio per esplorare la relazione tra uomo e metropoli.